Articolo del 14 agosto 2022

UNA FOGLIA PER FARE PACE

Continuo con le storielle, questa settimana la dedico a bambini e bambine di 6 anni più o meno. Perché non leggere la storiella e provare a rappresentare gli animali che sono menzionati? Potrebbe essere un bel giochino.

Era una bella giornata di sole, un orsetto giocherellone se ne andava in giro per il bosco. Si annoiava spesso e cercava in tutti i modi di trascorrere il tempo in mezzo ai fiorellini, alle piante, agli alberelli. Annusava l’aria in cerca di qualche buon profumo, sperava sempre di trovare la traccia di qualche arnia, come tutti i suoi simili era ghiotto di miele. Una cosa che amava tanto fare era grattarsi la schiena contro il tronco di un albero.
Vagava per i boschi alla ricerca degli alberi migliori, quelli con la corteccia più rugosa, ci andava volentieri con il suo amico gattino che lo accompagnava facendo le fusa.
Un bel giorno, mentre si grattava, volò sopra la sua testa una maestosa aquila, dall’alto del suo volo derideva il piccolo orsetto, lo trovava sciocco e ridicolo.
“Che buffo, ti gratti la schiena, hai le pulci?”
Orsetto non rispondeva, la mamma gli aveva insegnato a essere gentile con gli anziani, e l’aquila era ben vecchiotta.
Questo non voleva dire che non ci stesse male, non è bello sentirsi presi in giro e poi non capiva cosa ci fosse di così strano nel grattarsi la schiena contro gli alberi.
Un uccellino che passava di là, ascoltando la strana conversazione, disse all’aquila:
“Grande e grossa come sei, non ti vergogni a deridere un piccolo orsetto?”
L’aquila continuò a volteggiare, - quasi quasi, - si disse, faccio un sol boccone di quello sparuto uccellino.
Poi però ci pensò su, fece ancora un paio di giri su nel cielo poi, planando, si posò sul ramo più alto di una grande quercia.
Si domandò tra sé e sé: “Che cosa mi importa se orsetto si gratta la schiena? Sono forse invidiosa perché lui lo può fare e io no? Forse quel piccolo uccellino ha ragione, sono proprio una vecchia brontolona, dovrò chiedere scusa ma… si è mai visto un’aquila reale abbassarsi a chiedere scusa?”
L’aquila rimase lì un bel po’ mentre orsetto, un po’ intimidito prese la via di casa con il fedele gattino al suo fianco.
Uccellino però non demordeva e svolazzando vicino alla grande aquila le sussurrò:
“Sei ancora in tempo, chiedi scusa, non vedi come sta andando mogio mogio verso casa? Cosa penserà di te e di tutti quelli che sono più grandi di lui? Che bell’insegnamento!”
A sentire queste parole la grande aquila ebbe un sussulto, aveva proprio sbagliato e doveva chiedere scusa. Si alzò in volo, le sue grandi ali disegnavano un enorme ombra sopra orsetto e il suo amico gattino. I due si fermarono e si rannicchiarono, cosa voleva fare aquila, portarli via lontano con i suoi artigli?
Il grande uccello si parò davanti, chiuse le ali come due grandi vele e abbassando umilmente la testa, sussurrò:
“Scusa orsetto, ha ragione l’uccellino, sono stata una sciocca. Non ti prenderò più in giro, se ti piace grattati quanto vuoi. Mi perdoni?”.
Orsetto intimorito raccolse una fogliolina di menta profumata poi si avvicinò all’aquila e gliela offrì come segno di pace.
L’aquila sorridendo disse tra sé e sé: dai piccoli c’è spesso da imparare.
Ringraziando prese delicatamente la fogliolina con il suo becco adunco, poi aprì le sue ali maestose e riprese il volo, da quel giorno non derise più nessun piccolo e… nemmeno nessun grande. La lezione le servì per tutta la vita.