Articolo del 12 marzo 2023

CUSTODI DIGITALI, UN PROGETTO A TUTELA DEI BAMBINI E DEGLI ADOLESCENTI

Il termine custode ci rimanda alla massima protezione. Chi è cresciuto in una famiglia con valori religiosi avrà imparato la preghierina “Angelo di Dio”, era rivolta all’angelo custode, figura che poi è stata ripresa abbondantemente dalle filosofie new age.
Il custode è colui che veglia su di te, che ti prepara la via e ti aiuta a non mettere il piede in fallo.
Il custode è chi ha a cuore la tua vita, la tua crescita. Nella mia immaginazione l’angioletto custode era un bambino molto più grande di me che m i camminava davanti e talvolta a fianco.
Mi piace condividere questa immagine perché mi è rimasta anche da adulta questa idea della protezione come di un qualcosa di molto importante da poter esprimere nei confronti di chi ne ha bisogno.
Ecco che il termine Custodi Digitali mi ha colpito particolarmente. Entrando nello studio pediatrico del mio nipotino a Pordenone sono stata attratta da un bel cartellone che riporta appunto la dicitura CUSTODI DIGITALI.
L’ho letto con molta attenzione, è una guida aggiornata e scrupolosa dedicata ai genitori riguardante l’utilizzo dei dispositivi digitali nei primi anni di vita di bambini e bambine.
Voi direte: ancora? Ebbene sì, ancora, perché non è mai abbastanza la raccomandazione ad essere consapevoli dell’utilizzo di questi strumenti. Il cartellone esposto nello studio si ferma ai 6 anni dei bambini ma il progetto, nato nel Pordenonese con il patrocinio del Governo e il sostegno dell’ambito sociosanitario, prevede un accompagnamento per tutto il periodo dell’età evolutiva.
Ci sono le indicazioni topiche per la mamma che allatta, rivolte ai primi sei mesi del bambino: guarda tuo figlio, non consegnarlo ai video e alle ninnenanne virtuali, comprendi che allattare non è solo nutrire ma è creare relazione. Utilizza i dispositivi elettronici solo quando il bimbo o la bimba dorme, non farti vedere con lo strumento in mano, ne va della vostra relazione.
Questo per dare un primo assaggio, poi ci sono le regole rivolte direttamente i piccoli: niente tablet durante i pasti, prima di andare a letto. Favorire il movimento, l’osservazione, l’ascolto anche del proprio pianto.
Interessante l’appello: non consegnate un dispositivo ai bambini per fermare il loro pianto, anche il pianto è qualcosa che va imparato, i lattanti imparano anche a utilizzare quel codice, non va stoppato.
La novità sta nel coinvolgimento diretto dei pediatri di base. Le indicazioni contenute nel progetto rendono parte attiva proprio i medici pediatri di base, più volte si sollecita il genitore a rivolgersi al pediatra per chiedere consigli in merito, per chiedere quale app può essere utilizzata a una determinata età, quel video può vedere o meno un piccolo, come comportarsi di fronte a una richiesta.
È interessante perché significa che i pediatri si riprendono in mano qualcosa che era scomparsa da tempo: la funzione anche educativa del loro mestiere. Non solo dispensatori di farmaci ma preziosi alleati con i genitori per una crescita armoniosa dei bambini e delle bambine.
Negli studi pediatrici potrebbe esserci il pedagogista, allora il quadro si chiuderebbe alla grande, una forte collaborazione tra mondo medico scientifico e mondo educativo potrebbe essere il servizio al top per le famiglie. È comunque già encomiabile questo primo sforzo di accompagnamento su questo del digitale che risulta essere uno dei tempi più spinosi del momento.
Il link per accedere alla guida è: https://custodidigitali.it