Articolo del 21 agosto 2022

LA TRISTEZZA CHE SE NE VA

Terzo appuntamento con la favoletta, questa settimana la dedico a bambini e bambine della scuola primaria. Con questa favoletta chiudo la pausa estiva e con la settimana prossima si riprendono gli articoli “di servizio” come mi piace chiamarli. Buona fine estate!

Katia è una bambina che ama giocare, ballare, cantare. Lo fa sempre e le piace tanto che le persone attorno la guardino, le dicano che è brava.
E’ una bambina gentile e servizievole, presta volentieri i suoi giocattoli e le sue matite ai compagni, ma c’è un piccolo problemino.
Vorrebbe avere sempre tutti solo per sé.
Se altri bambini giocano per loro conto e non la guardano, ecco che pensa “non mi vogliono bene” e inizia a sentirsi triste triste, si chiude come un riccio e se ne sta in un angolino.
A scuola, se le maestre non la guardano subito, se non le chiedono di dare il buongiorno alla classe ma lo chiedono a un’altra bambina o bambino, ecco la tristezza che avanza e il visino di Katia si fa scuro e imbronciato.
Al parco giochi, se un bambino sale per primo sullo scivolo e non la saluta, non le lascia il posto, insomma se non si accorge di lei, ecco che Katia pensa “nessuno mi vuole bene” e allora si siede su di una panchina sconsolata.
Ma quando può far vedere quanto è brava a fare la ruota e tutti la applaudono, ecco che torna a essere felice e contenta.
Un giorno la maestra aveva chiesto ai bambini di raccontare cosa avevano fatto la domenica precedente, molti bambini avevano alzato la mano, anche Katia, ma la maestra aveva chiesto a Luisa di raccontare la sua domenica.
Dalla pancina di Katia ecco salire la tristezza, lei aveva tante cose da raccontare e tutte bellissime, aveva fatto il balletto al saggio e tutti l’avevano applaudita, ma alla maestra non interessava, così si era messa a piangere, prima piccole lacrimucce poi sempre più grosse fino a che era scappato un singhiozzo.
La maestra si era avvicinata e aveva chiesto cosa stesse succedendo.
Katia, tirando su con il nasino rispose:
“Maestra, se non mi guardi e non mi chiedi cosa ho fatto vuol dire che non mi vuoi bene?”
La maestra era rimasta sorpresa.
“No Katia, significa che non posso pensare solo a te. La maestra ha un cuore grande e deve farci entrare tutti i bambini. Se entri solo tu non c’è spazio per tutti gli altri. Prova a pensare al tuo cuoricino. Entra una sola persona per volta?”
Katia aveva riflettuto un po’ poi aveva risposto:
“No maestra, nel mio cuoricino entrano tutti, tanti tanti.”
“Vedi Katia? Per far entrare tutti dobbiamo dedicare un momentino del nostro tempo a ognuno, non è vero?”
Katia ci pensò su e si, era proprio vero, nel nostro cuoricino c’è spazio per tutti e se riusciamo a dare un po’ del nostro tempo a ognuno tutti quanti staremo bene.