Articolo del 24 settembre 2023

IL SUO BAMBINO È VIOLENTO!

Torno sul tema più e più volte esplorato, la presunta violenza dei bambini. La frase del titolo è presa da un colloquio tra una maestra di scuola dell’infanzia e un genitore. All’uscita da scuola il genitore si è sentito dare questa sentenza: suo figlio è violento. Arrivato in consulenza, ho dovuto accogliere prima di tutto la profonda frustrazione di un papà che si è sentito pesantemente accusato. Figlio violento è uno stigma sociale, è un dito puntato direttamente sulla famiglia. Mi sono fatta spiegare meglio la situazione.
Il bambino - 3 anni compiuti da poco – stava giocando quando una bimba gli ha portato via un oggetto. A quel punto il piccolo si è arrabbiato e ha spinto la compagna, ha cercato di riprendersi il gioco ma siccome lei non cedeva l’ha tirata per i capelli. A quel punto è intervenuta la maestra che l’ha richiamato e messo seduto a “pensare”. Il bambino non è rimasto seduto al suo posto e ha cercato nuovamente di recuperare il suo gioco attaccando la bambina con un altro spintone.
Il papà è convinto della buona fede di suo figlio e si sente in difficoltà con il metodo adottato dalla maestra.
Lascio ai lettori i commenti, nessuno va giudicato ma quell’insegnante avrebbe la necessità di un buon corso sul “Litigare bene”. Detto questo, è importante riflettere sulla parola violento affibbiata a un bambino di tre anni.
L’aggressività infantile è un salvavita per i piccoli, quando subentra una frustrazione il cervello mette in moto una reazione immediata, non vi è ragionamento né premeditazione. Il bambino in questione è stato aggredito – questo il suo sentire – è stato privato del suo gioco e la sua reazione immediata è fisiologica. Immaginare un gattino intento a giocare con un gomitolo, voi glielo togliete, il gattino vi graffia.
Il bimbo voleva recuperare quello che gli era stato tolto, il suo corpo ha agito con il meccanismo della difesa.
No c’è violenza, non c’è intenzionalità a fare del male, c’è solo il desiderio di riavere quanto tolto.
Con il metodo “Litigare bene” i bambini possono essere accompagnati a gestire queste situazioni ma soprattutto gli adulti possono essere accompagnati a fare quei sani passi indietro che consentono di fermarsi dall’intervenire subito. L’adulto interventista che giudica e “mette pace” priva i bambini dell’esperienza fondante del conflitto che può essere gestito in maniera autonoma.
Dunque, una volta per tutte, nessun bambino può mai essere violento, al più compie un’azione che dà voce alla sua naturale aggressività.