Articolo del 26 febbraio 2023

ARRIVA UN BAMBINO: LA VITA SI STRAVOLGE

Sono cambiati i tempi o sono cambiati i neonati?
Un libro molto interessante, Il bambino della notte 1 della cara Silvia Vegetti Finzi racconta del bambino immaginato, di quel bimbo che alberga nella mente dei genitori.
Si immagina un cuccioletto roseo che mangia e dorme, si pensa a come sarà. Le ecografie, anche quelle sofisticate e tridimensionali, raggiungono una buona definizione ma sono lontanissime dal vero volto del piccolo o della piccola, si viaggia con la fantasia, si sogna, si immagina.
Il bambino della notte consente di progettare grandi cose su di lui o lei, di coltivare sogni a occhi aperti e talvolta anche qualche inquietudine rispetto alla sua salute, al suo futuro.
Tutto rimane evanescente, quasi ammantato da un alone di magia, del resto la generazione di un nuovo essere umano ha una stretta correlazione con il mistero. Per quanto la scienza possa fornirci ogni singolo dettaglio rimane la meraviglia e l’incredulità.
Durante la gravidanza viene messo in luce il fatto che ognuno di noi è generato da qualcuno, non ci facciamo da soli e questo è un dato fondamentale che dovrebbe auspicabilmente accompagnarci sempre nella vita.
Arrivano le doglie, si entra in travaglio, c’è il momento del parto ed eccolo qui, il bambino reale.
Le giornate immediatamente dopo il parto il cucciolo sembra un piccolo esserino da cullare e ammirare. Mamma e papà si scoprono assolutamente innamorati. Lui o lei dorme beatamente, ogni tanto si attacca al seno ma senza grosse esigenze: sembra di giocare alle bambole.
L’idillio dura 3/4 giorni, poi pappa, cambio pannolino, colichette, il cucciolo si rivela per quello che è: un esserino onnipotente pieno di pretese, tutto richieste ed è qui che solitamente casca l’asino.
Dove è andato a finire il bambino della notte?
Subentra la fatica, il sonno perenne: mamma e papà non appena vedono un divano si fiondane e cercano di strappare dieci minuti di sonno.
Arriva la cosiddetta vita vera. E questo può mettere in crisi la coppia.
L’equilibrio conosciuto fino a quel momento si frantuma, tutto prende un’altra piega, si deve rimettere tutto in gioco: abitudini, orari, priorità. Ce n’è solo una: soddisfare il bambino e per questo si parla di “madre devota”, quella madre che si dedica mi vien da dire anima e corpo al piccolino.
La fatica della coppia è quella di accettare questa crisi fisiologica e mettersi nell’ottica della pazienza, costanza, accoglienza anche delle fragilità del compagno e compagna.
Possono subentrare conflittualità, la loro gestione dipenderà molto dalla capacità pregressa della coppia di aver saputo affrontare i conflitti prima, quando non c’era la grossa e ingombrante (nonché meravigliosa) presenza dell’alieno. Eh si, un neonato è a tutti gli effetti un alieno che si fionda sulla terra arrivando da un pianeta lontanissimo, dove tutto funzionava in modo diverso. Basti pensare a come si nutriva, a come non respirava, pesciolino immerso nel liquido amniotico. Arrivato sulla terrà il bebè deve imparare tutto, deve ambientarsi e dunque fare un gran casino per imparare.
Queste cose non so quanto vengano dette nei corsi di preparazione al parto, da molti anni si cerca di entrare negli ospedali o nei consultori per aiutare i futuri genitori a fare i conti con quello che sarà dopo l’arrivo del piccolo. Dare alcune dritte sull’assetto educativo, far comprendere che c’è un importante lavoro autobiografico da compiere per essere in grado di gestire con la dovuta serenità la nuova vita in arrivo.
Per citare Massimo Recalcati, si arriva al mondo e si emette il primo grande grido di richiesta, al neonato deve essere dato tutto. Quel grido permane per mesi, perché non è in grado di autonomia nemmeno le più basilari. Quanto sono in grado mamma e papà di reggere quel grido? Quanto sono pronti ad un iniziale annullamento di sé per rispondere al grido?
La formazione in questo senso è assolutamente fondamentale. Chissà che prima o poi anche in Italia non ci arriviamo a questo. Per quanto sia importante, la parte tecnica del corso di preparazione al parto risulta non sempre essenziale, il ritorno a casa però dovrebbe essere preparato al meglio.
Per crescere sereni, senza fretta e possibilmente con il meno angosce genitoriali possibili.

1] Silvia Vegetti Finzi, Il bambino della notte, Mondadori, 1990