Articolo del 27 agosto 2023

UNA FAVOLA AGOSTANA Il mese di agosto è un mese di vacanza, così mi prendo anch’io un momento di riposo, non metterò sul blog i soliti articoli pedagogici bensì una favoletta a puntate. Dedico il mese di agosto a bambini e bambine amanti dei boschi e dei loro abitanti. Con i genitori ci vediamo a settembre!
Buona vacanza.

FATINA COME TI CHIAMI?

Il sole si è fatto bello alto nel cielo, i suoi raggi penetrano tra le fronde degli alberi, si sta facendo caldino e il bosco si è animato di nuove presenze, gli animali passano vicino a noi chi per raccogliere qualche pigna, chi per chiedere agli gnomi una mano. C’è un bel fermento e qualche umano si sta avventurando lungo il sentiero. La fatina lo avverte subito e sparisce alla vista di tutti. Rimango impacciata, la coppia di umani mi passa vicino e chiedono quanto manca alla fine del sentiero, rispondo che questo sentiero fa un anello e che ci vuole ancora un poco per trovare la parte di discesa che scende sul Lavinal. Sono accaldati e stanchi, non mi salutano nemmeno mentre girano i tacchi e scendono per la stessa strada da cui sono saliti. Bizzarri. Quando tutto è tornato quieto gli animali e la fatina si sono ripresentati, lei mi guarda sorridendo.
-Non te lo posso dire come mi chiamo, lo devi indovinare da sola.
-Per piacere, non ho voglia di indovinelli, già mi devi raccontare un sacco di cose. Non è più semplice svelare il tuo nome? Facciamo prima.
Svolazza e saltella, ho capito che oggi non saprò proprio come si chiama, meglio invece fare quello che mi chiede, prendere appunti per scrivere questa storia. Apro lo zaino e tiro fuori taccuino e penna, lei mi guarda sospettosa poi capisce, per fortuna.
-Voi umani che avete una memoria così labile, se non prendi appunti non ti ricordi vero?
Mi vorrei difendere ma so che vincerebbe comunque lei, meglio starmene zitta e ascoltare, prendendo appunti
-Allora, posso iniziare dicendo che noi fatine siamo le medichesse del bosco. Gli animali si rivolgono a noi quando hanno qualche malattia, noi li curiamo con le erbe. Se ad esempio si sono slogati una zampa andiamo subito a raccogliere l’arnica, che si trova sopra i duemila metri. Per noi è facile, basta lanciare l’allarme e l’aquila porta nel becco un po’ di fiori e ce li lascia nel punto esatto dove ci servono.
-Bene, anche noi umani usiamo l’arnica per le slogature, poi?
-Se un animale si è ferito o si è sbucciato il pelo usiamo la calendula, il meccanismo è sempre lo stesso, ci può essere un topolino che corre a raccogliere i fiori arancione o un codirosso, dipende dalla situazione.
-Scusa fatina, mi devi raccontare tutte le piante che usi quando curi qualche animale? Sai, se andiamo avanti così i bambini si annoiano e terminano subito di leggere. Sarà anche interessante ma alla fine che barba…
-Ho capito, non vi importa nulla delle piante che noi usiamo per curarci, d’accordo, allora ti chiedo, cosa succede se arriva qualche strega?
-Strega? Le streghe non esistono!
_Acidderbolina, ecco che casca l’asino. Non esistono le streghe? E brava lei! Non le hai mai incontrate?
-Proprio no, sono racconti inventati per spaventare i bambini. Le streghe, i lupi mannari, gli orchi non esistono.
-Hai ragione, detta così sono storie inventate ma esistono degli spiriti maligni, quelli sì. Sai perché nessun bambino li incontra? Perché noi li proteggiamo. Noi fatine, i folletti, gli sbilf, tutti assieme facciamo squadra per difendere i bambini dagli spirti maligni. Capisci perché è importantissimo che continuiamo a vivere? Se muore il bosco finiamo anche noi, se il bosco e la Natura vivono anche noi possiamo continuare a fare il nostro lavoro, curare, guarire ma soprattutto tenere lontani gli spiriti cattivi.
-Va bene, e come fate a tenerli lontani?
-Non so se te lo dico, tu ti stanchi a sentir parlare di piante.
-Uffa, non ho detto questo, ho solo detto che se mi devi raccontare tutte le piante medicinali col cavolo che i bambini leggono l’elenco, però sapere quali piante usate per tenere fuori il malocchio…
-Vuoi sempre averla vinta, sei una tipa curiosa. Lo so che le piante le riconosci e capisco che può essere noioso ascoltare la mia tiritera però è vero verissimo veramente provato che alcune piante sono magiche. Per esempio, lo sapevi che con i rami del viburno le streghe costruivano le loro bacchette magiche? NO?? E invece si, e per metter fine al sortilegio abbiamo insegnato ad alcune donne del paese a raccogliere i rami del viburno per costruire le gerle e le ceste. Tutte le donne raccoglievano il viburno e le streghe non avevano più materiale per fare i loro sortilegi.
-Brave, quindi è merito vostro se non si sono più viste streghe nei paraggi di Forni?
- Esattissimamente esatto. Vuoi saperne un'altra? La barba di capra veniva usata dalle streghe per fare la scopa su cui volare, siamo state noi a chiedere agli orchi di usarla per fare le loro barbe, così le streghe non avevano più materiale per le scope e…
-…e nei cieli di Forni non si vedevano più streghe volare…
-E che dire poi dei diavoli? Lo sai come si tengono lontani? Con l’iperico. Devi mettere un ramo di iperico sulla porta di casa e quelli non si avvicinano nemmeno.
-Va bene, hai altre piante da insegnarmi per tenere lontani esseri spiacevoli?
-Mi stai prendendo in giro, lo vedo lontano un miglio. Va bene, non ti racconto più niente. Ho sbagliato a credere in te. Così se una vipera ti morde ti sta bene, e anche un ragno, così non ti dico cosa fare per difenderti.
-Dai fatina, non fare così, non volevo prenderti in giro, solo che non credo a tutte queste cose, siamo nel 2023, tu mi stai parlando di cose che non esistono.
-Ma sei proprio tonta allora! Certo che ti parlo di cose che non esistono, altrimenti che fatina sarei? Tu non ci credi perché sei grandona, ma i bambini mi capiscono, devi fare in modo di incuriosirli e poi dire loro che la sera, invece di guardare la tele, devono andare a nanna e aspettare che noi andiamo a trovarli nella loro cameretta. Così potremo raccontare loro tutti i nostri segreti e farli diventare i nostri agenti segreti per difendere il bosco e gli animali.
-Va bene, andiamo avanti. Cosa devo fare per non farmi pungere dai ragni?
-Aha! Lo sapevo, non ci credi ma ci credi. Non meriti proprio che io te lo dica, ma siccome sono migliore di te, te lo svelo: devi portare addosso un ramo di ginepro. È assolutamente magico. La Sabi (www.ilricamificio.net)lo sa, ci fa anche i cuscini con dentro gli aghetti di ginepro e le bacche… E già che ci siamo ti svelo anche come fare per tenere lontani i brutti sogni. Salvia, devi bere infuso di salvia
-Va bene, va bene, e cosa ancora dovrei raccontare ai bambini?
-La magia delle magie, quello che i grandi non devono sapere.
-Ovvero?
-C’è un albero magico che viene chiamato l’albero delle fate. Gli umani che ci passano vicino spesso sono storditi dal profumo dei suoi fiori, se noi siamo nei paraggi facciamo gli incantesimi, li facciamo addormentare e parliamo loro nell’orecchio. Talvolta qualcuno ricorda qualcosa al suo risveglio, solo se è un’anima pura, altri no.
-E cosa gli raccontate?
--Gli spieghiamo quanto sia importante salvare gli alberi, non sporcare le acque, rispettare l’aria, poi diamo anche consigli sulla loro salute. Sai che qualcuno viene nel bosco con la sigaretta accesa? Lì di sicuro li facciamo dormire per spegnere quella diavoleria.
-Brave, sono d’accordo con voi. Fumare fa male a tutti, anche al bosco. Ma l’albero delle fate quale è?
-Curiosona, è un albero con grandi fiori a ombrello, tu lo usi per fare lo sciroppo, ti ho visto mentre raccoglievi i corimbi qualche giorno fa.
-Il sambuco? Davvero?
-Eh sì, proprio lui. È l’albero magico per eccellenza, ma potrei raccontarti della lavanda, della menta….
-Ti prego fermati qui. Sono tutte cose che dirai all’orecchio a bambini e bambine quando, nel momento in cui devono addormentarsi, andrai a trovarli e a raccontare tutte le tue favole.
Adesso posso andare?
-Puoi andare, portati con te una fogliolina di assenzio così verrai protetta da tutte le avversità e le negatività, ce l’ha mandata la dea Artemide. Sai la storia no?
_Ferma ferma, penso che possa bastare, ho la testa piena di cose e anche se ho preso appunti non sarà facile scrivere di tutto questo. Di sicuro raccomanderò a bambini e bambine di osservare bene il sottobosco, di annusare bene l’aria e di fermarsi nel momento in cui avvertiranno il profumo di cannella o di zucchero filato o di caramello. Dirò ai bambini di non camminare fuori dai sentieri perché potrebbero calpestare qualche folletto o qualche altro animaletto fatato, di non raccogliere né strappare mai fiori e foglie perché ci potrebbe essere qualche ape intenta a prendere un petalo per fare il vestitino della fatina.
Raccomanderò ai bambini e alle bambine di non schiamazzare, perché le orecchie degli animali sono molto più sensibili delle nostre e potrebbero rimanere feriti dai rumori forti.
Ultima cosa, raccomanderò a bambini e bambine di osservare bene tutto quello che li circonda, perché la Natura è magica per davvero e solo con attenzione possiamo cogliere tanti piccoli segreti.
-Bene umana, vediamo cosa sai fare. Poi la Sabi mi leggerà quello che scrivi, va bene?
-Va bene, ma mi togli la curiosità? Non mi vuoi dire come ti chiami?
-Testa di zucca, noooo, te l’ho detto che lo devi indovinare. Anzi, chiedilo ai bambini e alle bambine, come mi chiamo? Vi dico solo che il mio nome inizia con D.

Ottimo, con questo enigma scendo dal Truoi dal Von. La giornata sta volgendo al termine, io ho un po’ di fame e mi accorgo solo ora che le poche bacche che mi ha offerto in pasto la fatina mi hanno davvero saziato. Saranno state magiche, senza dubbio.
Me ne torno a casa e mi metto subito al computer per consegnare questa storia a voi bambini e rilancio: come si chiamerà la nostra fatina? Chissà se Sabi lo sa…

Fine