Articolo del 28 agosto 2022

SCRIVERE CON CARTA E PENNA: UN TOCCASANA PER LA MENTE

A breve riprende la scuola e quale occasione migliore di questa per ripensare a una delle cose più antiche che si conoscano: la scrittura con carta e penna. Certamente all’epoca dei videoschermi sembra quasi una aberrazione pensare di riprendere in mano strumenti così obsoleti. La penna, ma per fare cosa? La tastiera rende tutto più veloce, la tastiera consente di tornare indietro con un tasto, correggere, cancellare, rifare, utilizzare la correzione automatica.
Perché mai darsi il pensiero di scrivere magari sbagliando e dover rifare tutto?
Io sto utilizzando una tastiera per pubblicare sul mio sito questo articolo è vero, ma la prima stesura l’ho fatta a mano, vergando con l’inchiostro un foglio immacolato. Nostalgia del passato?
No, esperienza viva dell’importanza della scrittura a mano.
Tutti i miei libri sono nati sulla carta con varie stesure scritte con la penna, talvolta a matita e solo la penultima o ultima versione è scritta al computer. Non giudico assolutamente chi riesce a fare tutto direttamente con la tecnologia, evidentemente si tratta di abilità per nuove generazioni, ma sempre più esperti si stanno interrogando sull’importanza della calligrafia.
Termine antico e poco utilizzato, la calligrafia era la fissa degli insegnanti di un secolo fa. Curare ogni singola lettera aiutava nella concentrazione, nella cura estetica, nella possibilità di pensare a tante cose mentre la mano si attardava su di uno svolazzo. La quotidianità ci porta ovviamente a fare le cose il più in fretta possibile, sembra non ci sia il tempo per moltissime attività, ma considerare i benefici della scrittura a mano è davvero importante.
Mi fa molto piacere che anche le neuroscienze ci dicano ormai da anni che la scrittura su carta con matita o penna ha moltissimi vantaggi. Tra gli altri mi è interessato molto uno studio norvegese pubblicato su Frontiers in Psychology che mostra come lo scrivere a mano sviluppi la memoria, la concentrazione, la capacità di sintesi. Quando si scrive a mano l’occhio va a osservare il percorso della mano che disegna le lettere, le mette una dopo l’altra in fila, la motilità oculare mette in relazione più aree del cervello. Usando la tastiera questo non avviene, si utilizza un semplice tap tap e le mani suonano un pianoforte più che seguire il percorso della penna. Lo trovo molto interessante soprattutto se declinato sulle giovani generazioni. Scrivere con i pollici su di uno smartphone ha il suo vantaggio nella velocità ma l’unica sintesi possibile è quella della contrazione delle parole, fenomeno che spesso viene traslato anche sulla carta. Imparare a scrivere a mano e mantenere il più possibile questo allenamento consente davvero di avere moltissimi vantaggi a livello di apprendimento. Sarebbe bello poterlo inculcare nella testa di chi continua a promuovere il digitale come unica forma di espressione anche scrittoria.