Articolo del 8 maggio 2022

Si fa presto a dire identità

"La costruzione dell’identità è simile alla costruzione della memoria con cui va di pari passo, un impegno che dura tutta la vita". È questa la sintesi del percorso identitario, mai concluso, mai finito, sempre in evoluzione. Non si può mai dire di aver raggiunto un’identità definita perché questa muta a seconda dei contesti, della famiglia di origine, delle letture e degli studi compiuti, degli incontri e del lavoro svolto. Tutte componenti imprescindibili che fanno di un individuo un unicum sempre necessariamente in relazione con l’altro e gli altri, elementi fondamentali di reciprocità.
Sapere come funziona il processo identitario serve a tutti, ai genitori agli insegnanti ad ognuno di noi che più volte nel corso della vita si è guardato allo specchio e si è chiesto: “Chi sono?”
Non solo in adolescenza ma senza dubbio soprattutto in adolescenza.
Se è vero che il bambino e la bambina piccoli scoprono con la parola IO l’inizio del percorso che definisce pian piano chi si è, è proprio in adolescenza che questa domanda si fa pesante, tagliente, faticosa da porsi e talvolta da porre agli altri.
L’adolescente con alcune sue azioni e manifestazioni dà informazioni al mondo adulto e cela tra le righe la domanda: “tu chi dici che io sia?” oppure, “con questo ti dimostro chi voglio essere”.
Noi adulti talvolta non sappiamo leggere certi segnali e liquidiamo con poche parole la questione che andrebbe magari presa in carico e degnata di tempo e ascolto.
Un nuovo libro di Anna Oliverio Ferraris “La costruzione dell’identità”¹ ci aiuta ad esplorare il percorso identitario partendo dalla prima infanzia, per poi spostare l’attenzione sul mondo degli adolescenti.
Si mette in risalto l’importanza del gruppo e i riti integrativi per fare quelle prove tecniche di identità tipiche di ragazzi e ragazze. Ci sono i grossi temi della sessualità e della identità di genere, fenomeno oggi sotto molti aspetti esaltato . Gli e le adolescenti sono oggi più che mai in crisi di fronte alla fluttuazione di modelli che propongono sempre più un genere fluido dove si sposta sempre più in avanti la possibilità di arrivare ad una definizione di sé maschile o femminile. Fa molto gioco all’adolescente la via di mezzo, quella fluidità appunto che consente di autodefinirsi bisex consentendo loro di esplorare le varie ipotesi senza per questo doversi sentire obbligati ad una scelta. Interessante anche, dentro questo libro, le identità migratorie, fenomeno dominante nelle comunità dove la presenza di ragazzi e ragazze di seconda generazione creano conflitti inevitabili nella definizione di sé in relazione al contesto attuale e alle radici familiari.
Leggiamolo questo libro, ci può far bene e aiutare nella costruzione di nuovi modi di pensare. Del resto, come sottolinea la Oliverio Ferraris, l’identità è “un involucro simile alla pelle che ci delimita e ci consente di entrare in relazione con gli altri”.

[¹] Anna Oliverio Ferraris, LA COSTRUZIOE DELL’IDENTITA’, Bollati Boringhieri, Torino, 2022