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    anno 2023

ELOGIO DELL’EBRAISMO

Le radici id un’identità e il dialogo con il futuro

Fefè editore, Roma, 2023

Io sono un goy. E amo perdutamente l’ebraismo. È perché desidero essere ciò che non sono oppure perché l’ebraismo mi aiuta a capre chi sono veramente?

Una domanda davvero interessante che l’autore rivolge a sé stesso. La ricerca che ha portato l’autore a esplorare a fondo l’Ebraismo è sostanzialmente una ricerca interiore. Attraverso le tappe fondamentali del popolo ebraico sta cercando alcune risposte da dare alle domande fondanti della propria storia.
Ci sono parole chiave in ebraico che punteggiano le due parti fondamentali del libro, le Radici e le Ali.
Si parte dalle radici, dalla Genesi, da quell’inizio dove tutto ha inizio, si prosegue con l’identità, quella di un popolo e quella di ogni uomo. Si passa alla vocazione, ovvero alla domanda su che cosa si vuol fare della propria vita, della propria storia, poi il viaggio, il deserto che accompagna ogni uomo pellegrino su questa terra e la lingua, la connotazione per eccellenza della capacità di comunicare. Nella parte dedicata alle Ali si parla di speranza, di ritualità, ricorrenze e feste per poi interrogarsi sull’alterità, le donne. L’Ebraismo ha una trasmissione per linea femminile, una bella provocazione al mondo di oggi, alle tante suggestioni che ne possono derivare quando si parla di alterità e di parità. C’è poi tutto il capitolo sul dolore, l’autore ripercorre la storia di Giobbe ma anche tutto il dolore che ha accompagnato la stirpe ebraica nei millenni.
Si legge come un libro di storia o un libro di preghiera, sembra di ripercorrere il viaggio delle genti ma anche quello interiore di ogni uomo e donna sulla faccia della terra. C’è Auschwitz, ci sono le persecuzioni, il dolore ma anche la voglia di riscatto. La resistenza e la fede, il rito che non è solo fare memoria ma rafforzare l’idea e il pensiero che non si viaggia da soli, c’è sempre una meta, c’è Qualcuno che sostiene, appoggia, pone la mano sul capo. La pedagogia della resistenza parte dice l’autore, dalla forza resistenziale dell’ebraismo. È un libro da leggere per aprirsi al futuro, più che per meditare sul passato.