• Le mie recensioni
    anno 2024

NIENTE DI VERO

Einaudi, Torino, 2022

C’è tanta infanzia nel libro di Veronica Raimo, tanta noia e solitudine dentro una famiglia come molte, nulla di eccezionale nell’assoluta eccezionalità della vita semplice e lineare. Padre e madre sposatissimi, una vita assieme che nasconde, a detta della figlia, ipocrisie e piccole o grandi manie.
Leggendo le recensioni che sono state fatte di questo testo emerge soprattutto la grande ironia, la scrittura spesso irriverente e scanzonata, la voglia di passare sopra a tutti i piccoli e grandi drammi familiari con una certa noncuranza. Non sappiamo quanto di quello che viene raccontato corrisponda a verità, il titolo aiuta l’autrice a farla stare dentro una pseudo finzione. Ti ho detto tante cose, se sono vere o no nessuno lo sa, o pensala un po’ come vuoi ma mi tutelo dietro alla frase “Niente di vero”.
In ogni libro c’è una parte autobiografica, non può essere altrimenti, anche nei personaggi inventati e forse più in quelli che nella narrazione in prima persona, emerge la sottigliezza di un carattere, di un comportamento, la paura o le angosce talvolta inconfessabili. Nel racconto di questa famiglia medio borghese, che vive in un quartiere noto di Roma, si ritrovano le inquietudini comuni a tutte le famiglie, le paturnie – il padre fissato con le malattie e con il bisogno di “tirar su muri” dentro casa, una bella metafora che potrebbe riguardare più i rapporti che i mattoni e il cartongesso. Una mamma in odor di depressione, che si chiude in camera nei momenti NO e che riversa sui figli le angosce e le ansie più incredibili e poi la rivendicazione della figlia, il suo desiderio di essere vista e accettata per quello che è. Sotto la vernice allegra e canzonatoria, ho trovato molta sofferenza, una spavalderia tipica della giovane età che viene portata avanti anche dalla donna adulta intimorita dalla possibilità di guardare bene in faccia la sua vita e le sue scelte. Un libro interessante, fuori dai canoni stilistici noti, con una buona dose di immaginazione e con una crudezza che ci riporta alle battute di Woody Allen.