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    anno 2023

INVECCHIARE? È DIVERTENTE

IL CERVELLO PADRONE DEL TEMPO.

Carocci editore, Milano, 2022

“E si vede la fiamma negli occhi dei giovani, ma negli occhi del vecchio si vede la luce” (Victor Hugo).
L’epigrafe che apre l’introduzione di questo libro è affidata a Victor Hugo, una frase che oggi facciamo un po’ fatica a comprendere, L’esperienza sociale della terza e quarta età ci riporta malinconia, tristezza, a fatica e soprattutto a mancato riconoscimento di quella che, qualche generazione fa, era considerata saggezza.
L’invecchiamento fa paura, è considerato una sorta di handicap. Agid, professore emerito di neurologia e biologia cellulare alla Sorbona, esperto di malattie neurodegenerative e membro dell’Accademia delle scienze, ci dice che molto dipende da come si invecchia.
Con questo lavoro agile nella forma e molto approfondito nella sostanza, vengono esplorate le potenzialità del cervello umano e tolti alcuni luoghi comuni. L’aspettativa di vita oggi è molto aumentata grazie ai progressi della medicina, ma ci sono alcuni aspetti che è bene conoscere per non prendere dei granchi.
L’invecchiamento del cervello determina una maggiore o minore percezione del proprio stato di invecchiamento “reale”. E’ normale avere un oblio benigno (dimenticare alcuni nomi propri) un rallentamento motorio, una leggera perdita di equilibrio.
Tenere “allenato” corpo e cervello è la formula per invecchiare bene.
Naturalmente l’invecchiamento è “differenziale”, dipende da individuo a individuo e da sistema a sistema (pelle, ossa, andatura…).
Perdiamo neuroni, abbiamo sentito dire mille volte, in realtà perdiamo connessioni con altri neuroni, ecco la risposta del corpo che va sotto il nome di invecchiamento, determinato anche dalla genetica e dall’ambiente di vita.
L’autore dedica una parte corposa a quello che possiamo definire invecchiamento patologico, ovvero quella condizione neurodegenerativa che produce una debacle nel cervello e nel corpo.
Gli ultimi capitoli, molto freschi nell’esposizione, ci dicono che gestire l’invecchiamento è una questione di buonsenso e di speranza. Le regole d’oro: attività fisica intellettiva ed emotiva, le nuove scoperte della medicina e la consapevolezza della cura del nostro cervello.
In sintesi, attivi sempre, ma non si può fare da soli. Le relazioni fanno la differenza. Alcuni sono più fortunati e altri meno, purtroppo.